Nevica, fuori. La città è coperta da un manto bianco che riflette le luci colorate appese alle finestre. C’è un divano, dentro, e ci sono tutti. E’ Natale, dopotutto.
“Ci racconti un’altra storia?”
“Dai solo un’altra!”
“E’ presto per dormire!”
Un coro di voci confusamente felici riempie il salotto, e non ci si può tirare indietro.
“Va bene, ma è l’ultima per davvero, o Babbo Natale come fa a passare se siete tutti svegli?”
C’era una volta una piazza piena di Babbi Natale. Rosso e bianco ovunque, era una cosa da non crederci. Ovunque ti giravi c’era un Babbo diverso: Babbi in bici, Babbi in canoa, di corsa, gruppi di Babbi camminanti, renne rosse, gialle e blu, maghi, una festa talmente bella che persino uno o due Grinch si avventurarono in città.
Provammo a contarli, ma era davvero impossibile. Una cosa di quelle che si vedono solo nei film, erano così tanti che appena iniziavamo ne arrivavano di nuovi e dovevamo ricominciare daccapo, e un minuto dopo di nuovo e di nuovo.
“E cosa ci facevano lì tutti quei Babbi?”
Beh, vedete, erano venuti per un’occasione molto speciale.
“Perché era Natale?”
Si, certo, perché era Natale, ma anche perché davanti alla piazza c’era un posto particolare: l’Ospedale Infantile Regina Margherita. Dovete sapere che i Babbi avevano organizzato una grande festa per portare la magia del Natale ai loro amici bambini che non potevano uscire dai reparti. E nell’ospedale giravano storie magiche su quella giornata speciale.
Tanto per cominciare, secondo le ferree regole dei Babbi, ogni reparto doveva essere dotato di almeno un albero di Natale - con i regali, ovviamente, sennò che albero era?
“E dove li prendevano tutti questi alberi?”
I Babbi non erano mica da soli in questa grande impresa, avevano un sacco di aiutanti! Quell’anno erano i bambini delle scuole primarie della città gli incaricati degli alberi, e crearono delle vere e proprie opere d’arte! Erano così realistici che persino i piccoli amici a quattro zampe - che venivano anche loro ad aiutare in giornate speciali come questa - ogni tanto cercavano di nascosto di mordicchiare un rametto.
Ma non erano gli unici ospiti speciali della festa! Infatti, visto che i Babbi conoscevano proprio tutti, invitarono anche i supereroi. Quelli veri, badate bene, con i poteri e gli scudi, quelli che salvano le città e guidano le astronavi; e la loro missione era dare consigli e strategie di battaglia ai loro amici supereroi nei reparti. Così la leggenda narra che tra i corridoi dell’ospedale l’8 Dicembre Batman abbia aiutato Superman a montare un Lego, Wonder Woman abbia scambiato i regali con Capitan America e Thor abbia mangiato cioccolatini con la Donna Invisibile. Qualcuno addirittura racconta di aver visto Spiderman calarsi dal tetto e battere il cinque a Deadpool dalla finestra!
“Così i Babbi sono riusciti a portare il Natale ai bambini!! Però non è Natale senza regali!”
Avete ragione, e i Babbi lo sapevano bene. Infatti non solo avevano portato un sacco pieno di regali per tutti i bambini dell’ospedale, ma i Babbi che stavano in piazza cercavano di raccogliere più fondi possibili per fare anche un regalo all’ospedale!
Però in quella giornata magica il regalo più bello di tutti lo fecero i bambini stessi ai Babbi: il loro sorriso.
Margherita Audisio
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